by Chiara Piunno

martedì 21 aprile 2015

La compagnia dell'Erede s'è riunita!




"Io sono l’Erede di Àrista, la prescelta, la custode dell’Antica Alleanza e colei che ne creerà una nuova. Io sarò Imperatrice di Eterna quando giungerà il mio tempo."




Sono stati necessari anni per dare alle stampe un lavoro che scrivevo quando ancora neppure sapevo che avrei editato. Ho sempre scritto con l'intenzione di essere "solo una voce", di svanire dentro un mondo di cui sarei stata la struttura invisibile, lo scheletro, ma mai la forma. Un autore non è un ingombro: è un dio minore che lancia le carte sulla tavola e osserva cosa ne faranno i suoi personaggi.
In questa terzo tempo della partita, i protagonisti hanno giocato come mai prima.

Questa la sintesi:



Scampati ai pericoli del viaggio attraverso Vallàmnis, Mèlas, il nero cacciatore, e Saphina, la Guaritrice, giungono in vista della capitale. Ma mentre convergono alla mèta apparente, la Voce che guida i fili dei loro passi rivelerà il proprio scopo unendo i viaggiatori a una terza compagna: Luscinia.

Prigioniera di Alexandra, discendente dei due Tiranni, la fanciulla dell’Altro Mondo dovrà affrontare i rischi di una partita di cui è pedina essenziale e inconsapevole.

Tramite lei, l’Erede sarà liberata e il Gioco di esseri che tessono e disfano da millenni le sorti di mortali e immortali avrà una brusca svolta.

Nulla è un caso.

Spinti da un Volere che tutto trascende, Mèlas, Saphina e Luscinia saranno colpiti nei loro limiti e guidati verso il porto di Syr-inà-mehee, dove li attende una nave marchiata dal fuoco; se riusciranno a raggiungerla, l’Erede – e loro – potranno mettersi in salvo da chi intende eliminarli dalla partita, e distruggere Eterna.


 La sinossi già offre gustose premesse. Ma la verà novità di questo nuova uscita sta nella forma, più che nel contenuto. Per la prima volta la saga de LE PORTE DI ETERNA sarà editata da una vera casa editrice. Arruolata per la collana ePlesio della deliziosa Plesio Editore, "La compagnia dell'Erede" uscirà in e-book con il marchio del Plesiosauro Mur ;)

http://www.plesioeditore.it/

Una soddisfazione non da poco.

Entro la fine del mese, l'ebook sarà acquistabile nei maggiori store on-line.

http://www.plesioeditore.it/scheda_prodotto.php?prodotti_id=116

E il cartaceo?

Quello continueremo a gestirlo alla vecchia maniera, ma con maggiore stile, grazie all'aiuto grafico e tecnico della bravissima Cristina Lococo. Anche lui sarà a breve acquistabile in tutti i maggiori store, on-line e non.



 http://www.amazon.it/compagnia-dellErede-ePlesio-Plesio-Editore-ebook/dp/B00WDNNB6C/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1429713082&sr=8-1&keywords=La+compagnia+dell%27Erede

http://www.ibs.it/libri/piunno+chiara/libri+di+piunno+chiara.html

http://www.amazon.it/compagnia-dellerede-3-Chiara-Piunno/dp/8891185876/ref=sr_1_8?ie=UTF8&qid=1429684499&sr=8-8&keywords=piunno

Segnalo il bellissimo articolo di Lissa del blog "LANDE INCANTATE" (iscrivetevi se volete sempre succose novità del settore fantasy e affini):

http://www.landeincantate.it/le-porte-di-eterna-la-compagnia-dellerede-disponibile-dal-23-aprile//

Seguiteci: il viaggio continua ed è appena cominciato :3


Chiara "iuccy linaioli" Piunno


sabato 2 novembre 2013

Immersione nel verosimile...




Tiro fuori la testa dalla corrente e sono di nuovo a casa.

Lucca Comics è un mare torbido e impetuoso. Di tutte le fiere del settore, credo sia quella capace di travolgerti sotto ogni aspetto.
Quest'anno, per la prima volta, ho sperimentato un due giorni. Motivo?
Sapkowski.
Il padre di Geralt di Rivia era un richiamo troppo forte. Ne è valsa la pena.
Lessi il primo volume della saga dello Strigo quando ormai avevo già concluso la storia di Mèlas; fu un acquisto d'impulso dettato dalle prime righe lette in libreria, e dal fatto - non certo originale ma inconsueto - che Geralt pratica lo stesso mestiere del mio nero cacciatore. "Vediamolo all'opera!" mi son detta.
E che opera.

Non mi dilungherò a osannare un capolavoro; per chi non lo conoscesse, consiglio un rapido approvvigionamento.
Quel che mi ha legato alla saga di questo maestro indiscusso del fantasy, è stata la quantità di lacrime e risate (di pancia) versate nella lettura dei primi due libri tradotti.
Sapkowski ha uno spirito acuto unico, cinico come piace a me, e il tocco delicato dell'esprimere tutto questo senza alcuna ostentazione: nella piena umiltà di chi dice la sua senza la pretesa di imporla (cosa rara fra gli scrittori).
Lucca mi ha concesso di vederlo, parlargli (solo un saluto dato che di inglese non spiccico parola), di ascoltarlo, di fissarlo da vicino... Sono soddisfatta.
Dannato inglese, giuro che ti conquisterò un giorno!
L'incontro, gestito dal bravissimo Fantasy Magazine's Emanuele Manco, ha dato spunto a molte discussioni.

Il contesto scolastico evocava lezioni universitarie (ehehehhehe) e la pazienza della interprete rendeva il tutto più comprensibile (Grazie, santa donna, per avermi illuminata quando non capivo un'acca!).
Io, intanto, smangiucchiavo sakura mochi avanzati.
A lezione finita, è stato come uscire da una bolla irreale e tornare a un altro mondo.
Reale e fantastico, vero e verosimile: perfino in un educational, se c'è Sapkowski di mezzo, non è facile capire quale sia l'uno o l'altro.


 (foto&testi all copyright reserved by Chiara Piunno) ;)

mercoledì 10 luglio 2013

lunedì 10 giugno 2013

TERZO CLASSIFICATO PREMIO CITTADELLA 2013

09 Giugno 2013: PREMIO CITTADELLA 2013

Forse dovrei aspettare...
Magari, sarebbe più saggio attendere di avere un foglio tra le mani, una targa, un'etichetta. Per verificare che non sia stato uno scherzo...
Ma non resisto.
Da ieri mattina ho tutto un nodo di cose da dire, e mi sono abbastanza trattenuta.
Se quello che ho vissuto è stato solo frutto di una allucinazione, perdonate una povera pazza.

"Il principe del Drago" è arrivato TERZO al concorso Premio Cittadella 2013 in occasione del San Giorgio di Mantova Books Fantasy.
Una sorpresa.
Una gioia.
Finalmente, dopo anni, un riconoscimento in ciò che fa da stella polare al mio mondo.
Molti mi han detto "goditi il momento"; altri, "non illuderti"; altri ancora, "vai, continua".
Ho pensato di tutto, e provato una strana frenesia calma.
Cosa significa questo premio per me, per il mio lavoro?
Un punto andato a segno, senza dubbio; ma nei fatti, nulla è cambiato.
Le cose cambiano per restare come sono.
Sono una self. Sono una sconosciuta.
Vero.
Io continuo a scrivere la storia che mi porto dietro da sedici anni, e continuo a scoprire cose nuove di un mondo che esiste solo nella mia testa. E tanto basta, in realtà.
Allora, perché scrivere questo post rivolto a tutti?
Ebbene, per saldare un enorme debito di riconoscenza.
Fabiana - che non smetterò mai di ringraziare per la fiducia - ha detto una cosa che mi ha donato più gioia del premio stesso: "Non vedo l'ora di leggere il seguito... se scrivi così da selfpublisher, chissà cosa avresti fatto con un editor serio!".
Ed è soprattutto questa seconda parte dell'affermazione ad avermi portata qui.
A voi.
A tutti voi: grazie!
Grazie a Giulia, Alessia e Federica, che hanno letto di Mèlas e la sua vendetta nel primo maldestro editing, amandolo ugualmente.
Grazie a Simone, che l'ha visto nascere sul bancone della Bottega e ha aspettato quasi otto anni per leggerlo.
Grazie a Light Yagami, che è un maestro di virtù nascosta e pazzia ostentata, e che ha letto, e riletto i primi stralci. A lui ho dedicato un intero protagonista nel quarto libro, oltre la trilogia.
A mia madre: perché - da professoressa e lettrice selettivissima - se non avesse detto "sì, può andare" io non sarei qui.
A Giancarlo, che ha letto e corretto dove poteva, dandomi una lezione di umiltà letteraria.
Al team della Delos Book, che hanno visto il prequel stentato di una poco pratica esordiente, e mi hanno triturato per bene, in modo da correggermi il tiro per il libro successivo ;)
A Giulio Coso Cosimi, che - assieme a Giulia e Alessia ed Enrico - ha fatto le più comiche fan-art del romanzo, facendomi ridere fino alle lacrime!
A Enrico, che ha letto 600 e più pagine del mio romanzo - malgrado non avesse mai amato i libri - e ogni tanto mi minaccia perché il seguito latita.
A Luca, il mio compagno di sventure (ahahhahahahaha) che trascuro per stare nell'Altro Mondo e che continua a fare il tifo per me, come un cavalier servente d'altri tempi.
A Cora Lo, che è un'ottima scrittrice e non lo vuol capire.
Ad Alessandro Fusco, amico e rivale: ho imparato più da lui cercando di emulare (senza risucirci, lo ammetto ^^'') le sue imprese letterarie che studiando a scuola anni!
A Sonia Barelli, la mia autrice fantasy preferita, che la pensa come me sullo scrivere, ma forse si illude quando dice che il poco che ottiene le basta. Secondo me, infatti, merita di più. Molto di più ;P
Al gruppo dei Fantasy Self-Publishers: dedico a voi questo risultato, perché la qualità di un lavoro (me lo avete insegnato voi) non si valuta in base all'editore, ma in base al lavoro duro che c'è dietro.
A Mara Fontana, scrittrice grandissima, che mi ha insegnato come essere editor e editore di me stessa, che mi ha spronato a gettarmi nella mischia, che mi ha aperto gli occhi sul mondo reale: chi sta fermo e si avvilisce sui "no", perde. Occorre lavorare, e chiedere aiuto e - ogni tanto - anche fidarsi delle persone giuste.
Il merito maggiore va a te!
A Simone Lari, a Maddalena Cioce un grazie per l'amicizia e il sostegno, e la condivisione del mio sogno.
A Teresa un bacio immenso per la bellissima intervista che mi ha fatto.
A Simona Ciuffa, un grazie infinito per avermi ospitato nella sua splendida rivista on-line Comics World-Press.
Al gruppo Aurendor: siete speciali e quasi unici nel vostro genere.
A Ennio, che mi da ottimi consigli ma mi mette sempre nei guai! >:D
A tutti i miei lettori, che amano Mèlas, odiano Luscinia e fanno il tifo per Saphina... o per Qillimar ^^'' (brrrrrr).
A Pierluigi, autore eclettico e avvincente come un novello King: il primo a scrivere una recensione su Il Principe.
A tutti coloro che dicono che i self andrebbero cancellati e che per lo più scrivono immondizia...
A tutti coloro che vorrebbero scrivere davvero, non per moda...
A chiunque abbia avuto una parte grande o piccola in quello che ho fatto, nel bene e nel male, con l'amore o l'odio: GRAZIE.

A tutti,


Orvieto, 10/06/2013


Chiara iuccy linaioli Piunno


giovedì 4 aprile 2013

martedì 2 aprile 2013

Mèlas


Mèlas, quella notte, aveva ucciso quattro persone.

Era la prima volta che rivolgeva le proprie armi contro degli esseri umani.

Per molti colleghi, ciò rappresentava un salto nel buio, un punto di non ritorno: alcuni trovavano in questo tipo di caccia la propria vera vocazione, altri si struggevano nel rimorso per tutta la vita.

Il Vecchio, scegliendo la seconda opzione, aveva iniziato a dipendere dalla bottiglia, e da allora non si era più ripreso.

Mèlas cambiò gli abiti macchiati, pulì se stesso e infine le armi che il vecchio cacciatore di mostri gli aveva fatto usare. La maschera - un pezzo di cuoio scuro ovale che copriva l'intero volto - la piegò e infilò nella sacca a tracolla.

«Come ti senti?»

Il Vecchio si era calmato. La durezza dei lineamenti cozzava con la smania dello sguardo. I sensi di colpa lo corrodevano dall'interno, a dispetto dello stordimento artificiale con cui cercava invano di placarlo. Si avvicinò al ragazzo, di neppure quindici anni.

«Rispondimi!» sibilò, aggressivo «Dannazione, non fare la solita scena muta!»

Era sempre più allucinato. Lo afferrò per il bavero dell'abito.

«Cosa provi ora che sei un assassino?»

La domanda reale - "...Che ti ho fatto diventare un assassino..." - la ingoiò.

«Niente.»

La voce acerba di Mèlas era coerente con quanto affermava.

L'uomo si rilassò. Lo lasciò andare.

Fosse stato un ragazzo normale, mai avrebbe permesso che il suo apprendista imboccasse quella strada maledetta.

Ma Mèlas non lo era.

Agile, forte, preciso, letale e privo di emozioni: un sicario perfetto. Gli ingaggi sarebbero piovuti abbondanti come grandine, non appena la voce della sua esistenza si fosse sparsa. Lui avrebbe saldato i suoi debiti, il ragazzo si sarebbe assicurato un avvenire.

Non avrebbero più patito il freddo e la fame come l'inverno passato.

Era una giustificazione sufficiente per quanto accaduto quella notte.

Il Vecchio gli diede la solita pacca burbera tra capo e collo.

«Togliti quei capelli dal viso, o uno di questi giorni giuro che ti raso a zero! Torniamo alla bettola.»

 
(cit. "Il principe del Drago" di Chiara Piunno)

Luscinia...


 

La coperta venne strappata con violenza e gettata a terra. Nel chiarore abbagliante di una candela troppo vicina, Luscinia si trovò come nuda, esposta senza l'oscurità apatica che la ingoiava.

Batté le palpebre, confusa.

«Alzati!»

La visuale si schiarì, mentre le tende del baldacchino venivano scostate. La stanza era fredda, ma una fiamma scoppiettante era già stata attizzata nel grande camino.

«Alzati: ora.» ripeté Alexandra Madrigala Eliotropos che, di fianco al letto, torreggiava sulla ragazza ancora distesa. Il suo non era il tono di chi concede di discutere una richiesta.

La dama nera, fedele al nome, scintillava in un abito dal corpetto aderente, di velluto e pizzi scuri quanto la notte, e cosparsi di brillanti che rifrangevano - moltiplicandola in centinaia di riflessi - la luce della candela. La chioma, scendendo in ciocche arricciate attorno al volto bellissimo, era raccolta da una rete di pietre nere. I gioielli che le adornavano collo e orecchie erano di lucida ossidiana.

L’Ewrèd era furente.

Afferrò Luscinia per un braccio e, dimostrando una forza insospettata, la sollevò come una bambola, trascinandola oltre il bordo del letto.

Sconvolta, la ragazza rimase rannicchiata a battere i denti.

«Imlàdrys, voglio un bagno caldo pronto entro mezz'ora: manda Piramo a prendere catino e paravento» ordinò, imperiosa, l'Erede di Eterna, senza degnarla di uno sguardo.

«Modesta, vai nel mio guardaroba e prendi la veste avorio nel ripiano alto, le scarpe del terzo cassetto e le sottane di trina e seta. Muoviti, ragazza inutile! Di corsa! Quando torni fai in modo di prendere dalle cucine qualcosa di fresco... questo cibo vecchio di ore puzza. Dì a Vidèo di darti qualcosa di leggero e sostanzioso!»

Mentre tutti scattavano agli ordini, come se le parole di Alexandra fossero scudisciate, la donna tornò a concentrarsi su Luscinia, guardandola dall'alto in basso con espressione disgustata.

«Ai tuoi capelli e a come acconciarli penserò dopo» valutò.

Senza sapere bene perché, la ragazza si fece piccola su se stessa, schiacciata dallo sguardo e dal carisma della dama nera e, istintivamente, la sua mano corse a stringere l'örhègan di Èlberis.

Con rabbia fulminea, Alexandra glielo sottrasse.

Afferrata la giovane per la gola, la schiacciò in modo impietoso sul letto.

Luscinia sgranò gli occhi e ansimò di terrore, ma non mosse un muscolo.

La voce bassa, sprezzante della donna la paralizzò.

«Fino a quando hai intenzione di piangere e tremare, Raya? È questo che sei in realtà? Una donnetta tutta lacrime e sospiri? Una invertebrata figlia di un mondo lontano fatto di vigliacchi?»

Luscinia annaspò.

Lei le lasciò la gola. Sorrise, come una serpe pronta al morso.

«Vuoi morire? Rifiuti la mia ospitalità, il mio cibo e la mia compagnia perché non li ritieni degni di te, del ricordo del tuo defunto principe elfico che ti teneva chiusa nella torre?»

Luscinia strisciò di schiena per allontanarsi. Il cuore le batteva così forte da sfondarle i timpani.

«Se è solo la morte che cerchi...» riprese la dama nera, impugnando l'örhègan «... basta chiedere: sarai subito accontentata. Ma se sono gli altri capricci i motivi che ti spingono a questo disgustoso comportamento, sappi che ho conosciuto bestie meno ingrate di te. Ora decidi: bagno e abiti per partecipare al ballo di stasera... o questa?»

Il braccio sottile di Alexandra fu talmente rapido a estrarre la spada dal fodero, che Luscinia si ritrovò il filo tagliente a un soffio dalla gola nell'attimo di un respiro. Il riflesso cangiante della lama era sporcato da un alone grigio acciaio.

In quel preciso istante, Piramo entrò nella stanza, seguito da un codazzo di servi, trasportando il necessario per le abluzioni, mentre Modesta - dietro di loro - traballava nel tentativo di conciliare il vassoio del cibo su un braccio, e gli abiti da sera inguainati in una fodera di cotone sull'altro.

Imlàdrys, giunta per ultima, cercò lo sguardo della padrona in attesa di un suo cenno. Ma l'Erede di Eterna fissava Luscinia dritta negli occhi, e non sembrava intenzionata a lasciarla andare.

Soggiogata, la ragazza di Raya deglutì.

«Come volete voi, mia signora...»

Fu un sussurro, ma bastò a convincere l'altra ad abbassare l'arma.

Splendida nella veste nera, Alexandra gettò l'örhègan verso Luscinia, con disprezzo.

«Un'altra bestia ammaestrata».

Strinse e aprì la mano con cui aveva impugnato l'elsa candida: la pelle del palmo e delle dita era scottata. Con l'altra si riassettò i ricci e la collana; i grani di pietra nera tintinnarono.

«Hai talmente paura da non riuscire neppure a odiarmi. Avrai mai il coraggio delle tue azioni, o aspetterai sempre di essere condotta al guinzaglio, Raya? Ma quale Alfiere Bianco dell'Imperatrice! Tu sei un giocattolo con cui molti si sono trastullati per ottenere i propri scopi. Poverina! Non è forse stato così anche con Èlberis? Lo svago del Protettore: quell'individuo aveva gusti strani... Ora che lui non c'è più, chi ti difenderà?»
Luscinia non proferì parola, non sbatté le palpebre, smise persino di respirare: nel bianco ovattato del suo dolore, della sua fuga da tutto, qualcosa si incrinò. Una scintilla cambiò la direzione del percorso in discesa a cui la sua anima, ormai, si era abbandonata da giorni, e quel qualcosa, dentro, soffocato tra le ombre che le divoravano il cuore, udì le parole della dama nera e reagì alla loro provocazione.
La rabbia.
Bastò quella presenza perché lo sguardo della ragazza, da vuoto, tornasse vivo.
Bastò quello, perché Alexandra Madrigala Eliotropos si ritraesse, soddisfatta, facendo cenno ai servi di disporre ogni cosa per il meglio.

 
(cit. "Il principe del Drago" di Chiara Piunno)